ROBERT WADLOW: L’UOMO PIÙ ALTO ESISTITO SULLA TERRA

L’incredibile storia di un uomo con una vita grande quanto la sua imponenza

​Il suo record non è mai stato battuto.

Era alto poco meno di tre metri: 272 cm., quasi 60 cm. più alto del campione di NBA Shaquille O’Neal, per un peso di 200 kg.

Poteva a malapena accomodarsi in una casa, doveva abbassarsi per oltrepassare qualsiasi porta e non trovava posto per sedersi neanche su treni o aerei, tutto era progettato per una persona intorno a un metro e 80.

Nato nel 1918 ad Alton nell’Illinois, i genitori – di natura normale – lo osservavano intimoriti mentre Robert impiegava pochissimo tempo a crescere: all’età di cinque anni era già alto 1,62 m., a dieci anni misurava 1,94 m. svettando al di sopra dei suoi insegnanti.

Robert desiderava essere normale e tranne per la sua statura lo era, sfruttava la sua mole per tendere scherzi al padre prendedogli il cappello per poi poggiarlo sul lampadario; fece perfino parte dei boyscout.

A dodici anni i medici scoprirono una iperattività della ghiandola responsabile degli ormoni della crescita, un’operazione sarebbe risultata pericolosa e dall’esito incerto così i genitori lasciarano che la natura seguisse il suo corso.

Quando entrò alle superiori era alto 2,16 m. ed iniziò ad essere preso in giro, tuttavia Robert manteneva sempre la calma ridacchiando con un po’ di imbarazzo.

La sua statura non gli concedeva l’agilità per giocare a basket, i suoi piedi enormi avevano problemi di circolazione e spesso era sgraziato quando camminava; l’ultimo paio di scarpe indossato era il numero 76.

Ad Alton era benvoluto ma altrove era oggetto di attenzione non richiesta, la gente lo indicava e spesso veniva colpito agli stinchi per verificare che non stesse sui trampoli.

Era alto 2,53 m. quando prese il diploma e al suo arrivo al Shurtleff College, università di giurisprudenza, gli fu realizzata una poltrona speciale.

All’età di venti anni misurava 2,60 m. ed iniziò a viaggiare come testimonial dell’azienda che fabbricava le sue scarpe, forse non amava la popolarità ma l’idea di spostarsi lo attirava.

Morì nel 1940 per una infezione ai piedi causata da un apparecchio ortopedico in metallo che fortificava le sue caviglie; parteciparono al suo funerale cinquemila persone, ci vollero dodici uomini per trasportare la sua bara.

Aveva solo 22 anni quando si spense ed era ancora in fase di crescita, era stato un gigante buono che aveva condotto una vita intensa, incontrò molte persone nel campo politico, nel mondo dello sport, stelle del cinema; nella sua breve vita visse più di molte persone che vivono almeno due o tre volte più a lungo.

Parenti ed amici lo ricordano come una persona protettiva e solare, senza mai trarre vantaggio della sua figura per approfittarsi di qualcuno.

di Daniele Flenghi

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